giovedì 26 giugno 2008

ZigZagNelCaos

Non riesco a raccontare e giudicare il mondo esterno se prima non faccio ordine dentro di me.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ci sono mille modi per tirare fuori ciò che si ha dentro....ammesso che si debba farlo.



Il silenzio
Da "Il Purificazione della Mente" di Hazrat Inayat Khan

Vi è un detto: " Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio ".
Nella vita di ogni giorno esistono preoccupazioni a cui non sempre possiamo far fronte e allora solo il silenzio può aiutarci.
E' il silenzio che ci dà il potere del silenzio. Quando una persona parla troppo, dà segno di irrequietezza. Più parole vengono usate per esprimere un'idea, meno forza hanno.
Dove imparare il raccoglimento? Nel silenzio. Dove praticare la pazienza? Nel silenzio. Ogni persona veramente meditativa, ha imparato a servirsi del silenzio, naturalmente, nella vita di ogni giorno. Chi ha imparato il silenzio nella vita di ogni giorno, ha già imparato a meditare.
Il silenzio è qualcosa che - consciamente o inconsciamente cerchiamo in ogni momento della vita. Cerchiamo il silenzio e lo fuggiamo, nello stesso tempo.
Quando la mente è stata acquietata, si può comunicare con chiunque si incontri.. È il rumore, che ostacola la voce, che udiamo distante - è l'acqua agitata della sorgente, che ci impedisce di vedere la nostra immagine riflessa nell'acqua.
La via per sviluppare - in noi stessi - il potere di resistere a tutte le influenze perturbatrici che incontriamo nella vita di ogni giorno, è di acquietarsi, per mezzo della concentrazione.
Questo è il cammino chiamato misticismo.

E allora concentriamoci....

m.




.

Lu' ha detto...

piacevole coincidenza :)

Anonimo ha detto...

Ottimo post. Prendere coscienza del fatto che non si può essere efficienti nel mondo se non si è efficienti dentro è un'ottimo inizio.
Non prenderla come una boutade polemica... sai benissimo che, in fondo in fondo, siamo simili. Ma esserti incamminato verso un socratico "conosci te stesso" è segno che il cammino che hai intrapreso ti ha già portato a buon punto. Perché dico questo? Perché ci sono passato anch'io. E, credo, il risultato che ho raggiunto è andato ben al di là di ciò che avevo immaginato. Ti auguro di raggiungere risultati che vanno oltre la tua immaginazione. Ciao Red, e dacci "dentro".

Anonimo ha detto...

Non esistono percorsi troppo banali per uscire dal caos...

la sua teoria dice che :

"Un sistema dinamico si dice caotico se presenta le seguenti caratteristiche:

* Sensibilità alle condizioni iniziali, ovvero a variazioni infinitesime delle condizioni al contorno (o, genericamente, degli ingressi) corrispondono variazioni finite in uscita. Come esempio banale: il fumo di più fiammiferi accesi in condizioni macroscopicamente molto simili (pressione, temperatura, correnti d'aria) segue traiettorie di volta in volta molto differenti.

* Imprevedibilità, cioè non si può prevedere l'andamento del sistema in anticipo.


* Le orbite nello spazio delle fasi restano confinate, cioè il sistema non evolve verso l'infinito per nessuna variabile."

Esiodo, nella sua Teogonia, racconta che in principio c'era Caos , ovvero una voragine senza fine, il quale diede vita a Gea (la Terra), Tartaro (gli Inferi), Eros (amore), Nyx (l'oscurità della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi).



Caos è vita

"Bisogna Avere un caos dentro di sè per generare una stella danzante." F. Nietzsche.