martedì 18 dicembre 2007

Natale...

Questo blog viene sospeso... non so per quanto tempo...
Auguro a tutti buone Feste con un video che per me rappresenta molto.


mercoledì 12 dicembre 2007

Prendete e mangiatene tutti

E’ come se d’improvviso avvertissimo un sentimento oscuro di spaesamento, di smarrimento dei nostri punti cardinali, di perdita del peso specifico dei nostri alfabeti, di esodo dagli universi simbolici della nostra vita. E’ come se i nostri pensieri e il nostro fare abitassero sul ciglio di un crepaccio, dentro una frattura del senso delle cose, dentro uno smottamento in cui si schianta tutto lo spazio che abbiamo attraversato e in cui muore tutto il tempo, il tempo sociale, il tempo politico, che ha scandito le nostre storie. Vedevamo il futuro illuminato da una idea, da un sole, da una volontà corale. Oggi vediamo il presente illuminato da tanti roghi in cui bruciano le cose materiali e le cose simboliche: bruciano i nostri boschi insieme alla idea-chiave dei beni comuni e dell’interesse generale; brucia nella sua roulotte un bimbo rom e insieme a lui s’incenerisce una soglia della nostra civiltà e persino un ancestrale sentimento di pietà; brucia la carne giovane del nuovo proletariato della fabbrica planetaria e insieme brucia tutta una storia della coscienza operaia, tutto un mondo del lavoro che aveva, nel corso dell’intero novecento, guadagnato la sua trama di significato sociale, la sua rete di dignità e di diritto.
Ciascuno di questi roghi ha il potere di rivelare il vuoto della politica che si è barricata nel talk-show, la crisi di una discussione pubblica che si trascina stancamente in forma di guerra civile simulata, la perdita di autorevolezza di una sfera politico-istituzionale che appare una replica dell’isola dei famosi. Mentre fuori dalla politica, la società appare come certe spiagge quando c’è la bassa marea: con la battigia sporca di detriti, plastiche e alghe rinsecchite. Se togliamo l’audio al grande blob quotidiano sulla crisi di governo che appare e scompare come una lucina intermittente, sentiamo la voce degli esperti di banalità che danza sulla psiche dei nostri vicini-modello che hanno appena seviziato e straziato la vita di qualcuno, mentre il modello di padre e fratello e figlio perpetua il genio maschile della vitalistica onnipotenza dello stupro, mentre qualcuno dei nostri ragazzini videoregistra, col suo cellulare, un coetaneo che si toglie la vita.
Eccoci qua. Sepolta senza elaborazione del lutto e senza rito funebre l’ideologia della speranza, avanza l’ideologia del tubo digerente, del consumo mordi e fuggi, dell’epica del mio ombelico. Sepolti, con una certa furia iconoclasta, i partiti di massa della democrazia novecentesca, avanzano i partiti di cassa organizzati tra le viscere della cronaca nera e l’apologia della televendita. E in questa post-modernità in cui domina la materia e il feticcio della merce, in cui i poteri si concentrano sempre più nello spazio trascendente del mercato mondiale, in cui la vita e la morte diventano accidenti fenomenici della biologia, cosa volete che sia la politica? Un frammento di casta, in un universo di frammenti e di poltiglia, di corporazioni e di lobbies e di residui solidi urbani.

C’è davvero una frattura multipla che racconta i perché del nostro perderci e anche delle nostre perdizioni. Frattura nella condizione di lavoro, appunto: cioè cesura tra il lavoratore e la sua condizione, solitudine tipica del suo contratto atipico, esternalizzazione della sua storia produttiva rispetto a qualunque codice della cittadinanza, precarietà come destino e come identità, il prestatore di braccia e di cervello a un ciclo economico che non intende più assumerlo come un interlocutore sociale ma come un ingrediente meccanico, o al massimo come solitaria risorsa umana o materiale rotabile, rottamabile, magari infiammabile. Del Welfare è questo il nuovo protocollo che non si può accettare: l’espulsione del lavoro dalla terra del diritto sociale e la sua regressione nella palude esistenziale della precarietà. E questo che oggi uccide, uccide metaforicamente quando ti toglie il senso delle cose, e ti uccide letteralmente, ogni giorno, quattro volte al giorno: una orribile morte proletaria che certo fa meno audience dei delitti di provincia consumati tra la noia adolescenziale e la paranoia televisiva.
C’è la frattura nella condizione del vivere urbano, in quella feroce distanza tra il lunapark del centro e l’inferno della periferia, in quella tracimazione del cemento che, alleando rendita fondiaria e speculazione edilizia, immaginò la crescita ipertrofica di città senza comunità, di luoghi senza qualità, di corpi edilizi incontinenti per corpi individuali spezzati e incomunicanti. E la periferia è diventata tutt’altro che un mondo residuale, ma la grammatica generale del vivere associato, anzi del vivere dissociato, il plastico urbano dell’ideologia totalitaria della precarietà. C’è la frattura nella condizione della famiglia, disarticolata per fasce generazionali, con la fine della coabitazione delle tre generazioni che non mescolano più i loro saperi e le loro esperienze, con gli anziani esternalizzati in luoghi specializzati, gli adulti intenti sulle proprie carriere, l’infanzia affidata all’agenzia educativa del grande fratello o delle piccole chat.

In questa geografia dei nostri territori polverizzati e caotici, in questa antropologia orfana di polis e quindi disperatamente estranea alla politica, c’è un bisogno vitale, direi viscerale, di tornare a porci le domande giuste. Non le risposte giuste, quelle in cui ognuno diventa geloso della propria nostalgia e si presenta come il custode fallimentare della propria identità e della propria bandiera. Le domande giuste. Quelle sui poteri che ergono barriere architettoniche e sociali e culturali per dividere, per separare il genere umano, per dare nevrotiche appartenenze nei recinti angusti del proprio villaggio o della propria tribù o del proprio alfabeto. La precarietà e la nevrosi della sicurezza sono gli ingredienti decisivi dell’egemonia culturale della destra, e cioè del berlusconismo che trascende gli schieramenti politici e diviene lo spirito dei tempi: che celebre la religione della competitività e la liturgia della flessibilità; che è garantista con chi è garantito e giustizialista con chi è già stato giustiziato dal tribunale della globalizzazione; che mistifica le parole fino al punto di immaginare la pace economica in termini di guerra infinita; che vuole indurci nella tentazione della violenza affinché ogni idea di cambiamento (la rivoluzione) possa smarrire e mistificare se stessa. E’ una società della paura, in cui l’ordine costituito delle corporation divora ogni ordine democratico e lo riduce a fiction televisiva.
Qui serve il coraggio di una nuova nascita. Non la sapienza di chi mette insieme tante piccole cose antiche. Serve che ciascuno e ciascuna lavori per questo cimento del futuro: un parto, un partire, non so se un partito. Una costituente, non l’equilibrio precario di corpi costituiti. Un soggetto che sappia leggere nel cuore della nostra società, sappia sondarne i fondali melmosi, sappia coglierne il dolore sociale e le domande di senso. Una sinistra che non sia un riassunto, un Bignami di ciò che fummo, ma una casa capace di ospitare quelle domande di libertà che chiedono di rompere la gabbia di tutte le precarietà e di tutte le solitudini socialmente programmate. Certo è doloroso uscire da se stessi, si ha paura di dissipare sentimenti e patrimoni messi assieme con tanti sacrifici. Ma è necessario farlo. C’è un verso di Pasolini che mi pare particolarmente adatto a indicare questa nostra condizione sentimentale e politica; dice così “Piange ciò che muta, anche per farsi migliore”. Appunto, compagni e compagne, è il dolore di un parto ma anche la curiosità e l’allegria di una nuova partenza.

Nichi Vendola (Presidente della Regione Puglia)
Assemblea della Sinistra e dgli Ecologisti
Roma, 9 dicembre 2007

domenica 9 dicembre 2007

La Sinistra, l'Arcobaleno e l'ultima occasione

Ci siamo. A sinistra è partita la costruzione dell'unità.
Sono tante e tutte importanti le cose che vorrei dire e forse lo farò in modo confuso.
Innanzitutto vorrei partire da una sensazione che avverto: l'opinione pubblica, a causa della solita mirata (dis)informazione che ci propagano, sta sottovalutando e non sta cogliendo in pieno quello che accade in una parte politica fondamentale per la democrazia italiana. Come esempio potrei citare il telegiornale più importante che, attraverso un servizio breve, sommario e tutto teso ad evidenziare più i problemi che le novità, con un linguaggio vecchio ed inadeguato, ha presentato questo evento come la solita riunione di partiti, con militanti subalterni a sventolare bandiere e leaders che fanno finta di andare d'accordo per poi litigare in privato: tutto questo è fuorviante oltre che falso.
A Roma è successo qualcosa di più grande, di più bello, di più vivo.
Migliaia di persone in un'assemblea aperta, senza particolari gerarchie, attraverso dei workshop su modello dei social forum, si sono riuniti per discutere di tutti gli aspetti della vita pubblica. Tutti potevano andare lì, parlare, contestare, sollevare dubbi, fare politica. Già solo questa pratica politico-organizzativa è una novità nel panorama italiano.
In questa assemblea quattro partiti, veri, incalzati da associazioni e movimenti, attivi, hanno cominciato un percorso unitario su una piattaforma condivisa di valori. Si sta insoma cercando di rifondare il paradigma della sinistra italiana, da troppo tempo frammentata e alla ricerca di un'identità che gli eventi storici hanno travolto: la caduta del muro di Berlino, la trasformazione del PCI, la scissione, l'involuzione graduale del PDS in un partito di centro...
In quest'ottica è naturale, è fisiologico che ci siano resistenze, timori, contrarietà da parte di qualcuno: sono in gioco anche storie personali, umanità, coscienze...
Ora tutto è in itinere: il simbolo, il nome, la struttura, il leader... nulla è al momento definitivo e tutto verrà deciso attraverso la partecipazione attiva delle persone.
Io credo, ad esempio, che ci sia bisogno di più coraggio e, quindi, di più nettezza, che non significa necessariamente fare le cose in fretta.
In definitiva a Roma è sbocciata una speranza che coltivo dentro di me da sempre.
I leader della sinistra non possono deluderla, pena il decadimento definitivo del sistema italiano e, sul piano personale, la mia totale indifferenza alla cosa pubblica.

giovedì 6 dicembre 2007

Io, 1 anno da blogger

Esattamente 1 anno fa ho deciso di aprire un blog .
Forse non è un caso che questo periodo coincida con l'anno più particolare e complesso della mia vita.
Valuto positivamente l'esperienza di avere questa sorta di diario. Considero i miei post momenti di sfogo, di evasione, di riflessione, di introspezione, che hanno un unico comune denominatore: la condivisione, valore troppo spesso sottovalutato.
Credo che tutto nasca dall'esigenza anche di proiettare in pubblico parte della propria sfera privata. Mostrarsi in qualche modo vivo e presente.
Narcisismo? Presunzione? Non so. Non credo... ma soprattutto non è questo che mi interessa...
Credo invece di essere un uomo fortunato che cerca di testimoniare il proprio tempo e di vivere al meglio la propria epoca, carica di problemi ma piena di risorse, fatta di miserie e progresso tecnologico...
Non voglio essere indifferente e voglio gramscianamente parteggiare. Siamo nel XXI secolo, lo faccio con una tastiera e qualche cavo...
Voglio "sporcarmi le mani", prendere posizione, scegliermi la parte. Non servono maschere e non c'è da temere nulla dall'essere sempre se stessi in maniera trasparente. Mi viene in mente Lindo Ferretti: non temere il proprio tempo è un problema di spazio.
E poi non voglio vivere un'esistenza chiusa e circoscritta solo alla ricerca del tornaconto personale e materiale, come se il mondo fuori non ci interessasse. No... Siamo esseri sociali, calati in una rete di relazioni, sempre più fitte, veloci e transitorie, con cui dobbiamo fare i conti. Ci sono altre idee, altri valori, altre parole, altre emozioni in qualsiasi altra parte del mondo con cui confrontarsi.
Ecco... tutto ciò è il senso del mio primo anno da blogger.
Che poi, forse, un pò, è il senso della mia vita...

PS: Per sottolineare in qualche modo questo anniversario ho inserito gli 11 post che appartenevano alla vecchia piattaforma: si possono trovare con l'etichetta oldblog.

martedì 4 dicembre 2007

Bamboccioni Incazzati

Federico Mello è un blogger molto attivo che ultimamente sta facendosi largo nell'editoria italiana per la pubblicazione di un libro, L'Italia spiegata a mio nonno, nato e diffuso inizialmente solo attraverso la rete e la blogosfera.
Seguo il suo blog da un pò e non sempre sono in sintonia con i suoi post.
Ora, però, ha realizzato un altro piccolo lavoro che mi piace segnalare e diffondere. E' un pamphlet di venti pagine, facile da leggere, scritto con ironia e con cura (scaricabile cliccando sul titolo): Il protocollo sul welfare visto dai bamboccioni (incazzati).
Purtroppo penso che quel protocollo non andasse approvato con quei contenuti e in quel modo.
Politicamente poi è e sarà catastrofico.
I problemi della precarietà giovanile rimangono tutti, dobbiamo continuare a parlarne (a tal proposito segnalo anche il post di SirDrake).

lunedì 3 dicembre 2007

Sinistra, Left, Gauche, Izquierda, Linke

E' giunto il momento di un appuntamento che aspettavo da sempre.
Sabato 8 e domenica 9 si terrà a Roma l'Assemblea Generale della Sinistra e degli Ecologisti.
Inizia ufficialmente il percorso che porterà all'unità delle forze di sinistra.
E' un percorso complicato, forse lungo, ma necessario... storicamente necessario, come ha spiegato Bertinotti.
Su questo altare si deve sacrificare tutto: ogni particolarismo, ogni nostalgia, ogni settarismo.
Io credo ne valga la pena... anche perchè, secondo me, questa è l'ultima occasione utile per ristabilire una connessione forte con il popolo di sinistra che chiede soprattutto lotta alla precarietà, pace, diritti civili, difesa dei beni pubblici e dell'ambiente e che si sente tradito e deluso da questa esperienza governativa.
Occorre una forza coesa, moderna, densa e non liquida, che faccia politica dal basso, nel territorio, su quei temi, e che non faccia del governo a tutti i costi la sua ragion d'essere.
Non so cosa succederà ora... la situazione è difficile, il quadro politico generale italiano è desolante.
Servono scelte chiare, nette, forti, urgenti che però non vedo all'orizzonte.

venerdì 30 novembre 2007

I segreti di Parigi

Ho finito di leggere, dopo un pò di tempo, I segreti di Parigi del grande Corrado Augias.
Essendo il libro diviso in tanti capitoli indipendenti fra loro, la lettura può essere anche saltuaria senza che però si perda il senso generale del testo: così è stato...
Per chi ama Parigi e la cultura francese, la Storia, l'arte, il teatro, la letteratura, i musei... per chi ama gli aneddoti, le curiosità, i misteri che spesso si celano dietro i grandi eventi... per chi ama uno stile di scrittura asciutto, logico e minuzioso... per chi ha la tensione ad andare oltre le apparenze delle cose... per chi l'evasione risiede a volte nella Cultura... insomma, per tutti questi, è un libro imperdibile.
Non l'ho perso.

mercoledì 28 novembre 2007

La TV benigna

Ecco la lettera con cui il geniale Roberto Benigni ha presentato il suo spettacolo:

Cari Italiani,
con immensa allegria e col cuore che cinguetta come un fringuello appena nato, il 29 novembre in diretta su RaiUno, staremo un paio d’ore insieme a parlare del regalo più bello che ci è cascato addosso. Dobbiamo capire cos’è l’amore. Ne tracceremo la storia.
Dal primo libro della Genesi, all’ultimo libro di Bruno Vespa, dalla lettera di pace di San Paolo ai Corinzi: “per quante cose io assuma in mio conto se non ho l’amore io non sono nulla”, alla lettera di scuse di Berlusconi a sua moglie: “…E dai Verò, stai buona, so’ bagattelle…”. Dalla rottura della Pace tra Greci e Troiani secondo Omero: “Causa ne fu la Divina femminilità di una Donna”, alla recente rottura della pace tra AN e Forza Italia secondo Vittorio Feltri: “La causa è una sola, problemi di gnocca”. Vedremo gli enormi passi avanti fatti dall’Umanità su questo tema.
Sì, parleremo del sesso, il motore del mondo, percorrendolo nei suoi aspetti più estremi. Dalla libidine sfrenata alla totale repressione. Insomma da Casanova a Sandro Bondi.
Parleremo di politica, da Voltaire: “non sono d’accordo con quello che dici ma sono pronto a morire purchè tu lo dica” a Silvio Berlusconi: “chi vota a sinistra è un coglione”.
Parleremo della grandezza dell’Italia cercando di capire che cosa abbiamo fatto di bello per meritarci città come Milano, Firenze, Roma dove sono nati uomini come Manzoni, Michelangelo, Cesare e cosa abbiamo fatto per meritarci città come Arcore, Ceppaloni, Montenero di Bisaccia e… non mi ricordo dove è nato Buttiglione.
E poi lasceremo parlare Dante. Ci faremo dire da lui cos’è quella nostalgia dell’infinito, quella ventata di annientamento che ci precipita addosso quando ci si innamora e smantella tutta la nostra vita, quella sensazione felice, pericolosa e rara che unisce sensualità e tenerezza e ci rende immortali.
Ce lo faremo dire da lui con parole antiche e commoventi che hanno attraversato i secoli per posarsi sulle nostre labbra.
Nulla di solenne, semplicemente la bellezza.
A giovedì.

martedì 27 novembre 2007

Chi ti credi di essere?

Eccone un altro!
Dopo quello di Storace un altro attacco ignobile al nostro Presidente della Repubblica.
Ancora una volta, non è solo un attacco politico ma anche personale, giocato tutto sull'ironia della senilità, e per questo ancora più volgare...
"Come il nonno quando arriva a tavola il dolce", "dentiera presidenziale", "presidente da ospizio di garanzia", solo alcune delle espressioni usate...
Da chi? Dal Masaniello della blogosfera, dal comico-politico (o politico-comico), Beppe Grillo.
Chi se no? Chi può aver tanta arroganza oggi in Italia oltre a Berlusconi?
Io credo semplicemente che un Paese civile, democratico, normale (e quindi un Paese senza il "fenomeno Grillo") dovrebbe essere riconoscente a persone di acclarata integrità morale e di enorme bagaglio intellettuale, a maggior ragione se anziane.
Io non voglio discutere il valore e la storia di Napolitano (che se lo facessi Beppe Grillo si scioglierebbe come neve al sole), è una questione di buon senso, è una questione di rispetto delle Istituzioni ma soprattutto è una questione di educazione, un valore che oggi sembra dimenticato a cui, invece, io (estremista, radicale, comunista, intregralista, massimalista secondo le etichette di moda) tengo molto.
Naturalmente c'è poi anche l'aspetto politico, se possibile ancora più grottesco.
Arriva, infatti, Grillo e ci dice che il Presidente deve essere eletto dagli italiani, che lo vuole giovane, non più di cinquant'anni, della società civile, slegato dai partiti e bla bla bla...
In pratica ha mandato a puttane, in poche righe, un equilibrio tra i poteri delicatissimo e per questo meraviglioso, basato su una Costituzione scritta con il sangue e con la testa dai padri nobili della Repubblica.
Ma si può fare politica, si può davvero pensare di risolvere i probemi, con questa rozzezza, con questa superficialità?
Grillo, ma tu, davvero, chi sei?

lunedì 26 novembre 2007

Leggeri bisogni

Ho bisogno di poesia,
di magia,
della levità di un'emozione.
La realtà è greve,
affatica l'anima
e m'impietrisce il cuore.

sabato 24 novembre 2007

Retorica di Stato

E' morto un altro militare italiano in uno dei tanti scenari di guerra dove, dicono, portiamo la pace.
Quando muoiono li chiamano eroi. Perchè?
Sono lì, volontariamente, lautamente pagati, a fare il loro assurdo mestiere.
Esisterebbe l'obiezione di coscienza; scelgono, invece, la carriera militare di cui conoscono i rischi.
Rispetto per i caduti, ma gli eroi sono ben altri.

martedì 20 novembre 2007

Indietro Savoia!

Sempre peggio...
I Savoia hanno chiesto ufficialmente allo Stato Italiano 260 milioni di euro di risarcimento per i 54 anni di esilio!
Ci rendiamo conto?
Vittorio Emanuele, uno dei personaggi più infimi della recenti cronache (iscritto alla P2, già indagato per traffico internazionale di armi, omicidio volontario, associazione a delinquere) chiede i danni morali!
Contestualizzando storicamente il tutto nella guerra di liberazione dal nazifascismo, credo che l'esilio sia stato una condanna troppo morbida (nonchè un errore abolirlo oggi) e che la fine giusta per tutti i Savoia sarebbe stata, all'epoca, anche per loro, quella andata in scena a Piazzale Loreto.

lunedì 19 novembre 2007

E' Partito...

Pensavo alla Cosa Rossa, alle tante riunioni, ai dibattiti, alle discussioni per cercare di unire finalmente la Sinistra.
Pensavo ai tanti manifesti e appelli di artisti e intellettuali e alla loro tensione civile.
Pensavo ai comitati di cittadini, ai Movimenti sul territorio e al loro rapporto sempre critico con le Istituzioni.
Pensavo ai militanti delle piazze, che spesso riescono ad innescare ed influenzare processi politici.
Pensavo a Veltroni, al suo sogno democratico, alla lenta e graduale trasformazione dell'Ulivo, alle primarie, alle tante Assemblee Costituenti.
Pensavo anche a Fini, alla svolta di Fiuggi, ai suoi viaggi a Gerusalemme, alle sue abiure, ai tentativi (per altro non ancora del tutto riusciti) di ricostrursi un'immagine bruciata dalla fiamma.
Pensavo ai travagli culturali, interiori, di uomini politici che devono fare i conti con la Storia, mettendo in dubbio anche le proprie certezze.
E poi, invece, in un tardo pomeriggio di una fredda domenica autunnale... sotto un gazebo in una piazza di Milano... dopo essere andato a teatro con la moglie a vedere Panariello... dopo aver comprato tre rose a cento euro da un cingalese... arriva Lui e fonda all'improvviso un partito: il Partito del Popolo Italiano delle Libertà.
Io ho i brividi...

PS: Ora ci manca solo che il Giornale si trasformi nel Popolo d'Italia e ci siamo quasi...

venerdì 16 novembre 2007

Il triangolo nero

"La storia recente di questo paese è un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre più ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando “emergenze” e additando capri espiatori..."

Inizia così l'appello di un gruppo di scrittori, artisti, intellettuali contro il "triangolo nero" e cioè violenza, propaganda, deportazione.
In parte ricalca quello che avevo cercato di dire nel precedente post.
Non potevo non firmarlo...

mercoledì 14 novembre 2007

Sono sicuro...

Viviamo in una società malata, smarrita, senza valori e senza ideologie. Questo è appurato. Ok...
Nello stesso tempo, credo che la violenza nella storia dell'uomo sia sempre esisitita, con forme ancora più crudeli e disumane di quelle attuali. Gli omicidi, i delitti, le stragi hanno riempito pagine e pagine di letteratura... racconti, miti, leggende...
Prima, però, non c'erano i Porta a Porta, i Matrix, gli Studio Aperto, i salotti mediatici... tutta quella (dis)informazione che riesce a manipolare, a gonfiare, a strumentalizzare e a convogliare politicamente le paure, anche leggitime, della gente.
L'emergenza "sicurezza" per me è un bluff.

martedì 13 novembre 2007

Pensieri (k)Attivi 007


Il 7° numero della fanzine dell'associazione Pensiero Attivo di Ferrandina (MT)

lunedì 12 novembre 2007

Un poliziotto per amico?

Colgo l'occasione della tragica morte di Gabriele Sandri, per provare a spostare l'obiettivo delle discussioni che si sono scatenate sull'argomento. Discussioni che inevitabilmente (e superficialmente aggiungerei) si sono concentrate sulla violenza ultras. Non è solo questo il problema.
Pensando anche a Carlo Giuliani, a Federico Aldrovandi,
ad Aldo Bianzino, voglio interrogarmi sulle forze dell'ordine italiane... lo faranno in pochi nel nostro ipocrita can can mediatico...
Vogliamo dire o no che si tratta di persone armate che spesso sono impreparate e inadeguate ai loro compiti?
Vogliamo interrogarci o no sulle loro procedure di selezione?
Vogliamo dire o no che chi diventa polizotto o carabiniere oggi lo fa
solo perchè rappresenta un guadagno facile e sicuro in un mondo precario?
Vogliamo dire o no che oggi i poliziotti non sono più i poveri di pasoliniana memoria, quanto piuttosto i figli di quella stessa borghesia che chiede sicurezza per il proprio opulento e consumistico quieto vivere?
Vogliamo dire o no che anche per il singolo poliziotto deve valere la responsabilità penale personale?
Vogliamo dire o no che anche i poliziotti italiani, come succede nel resto d'Europa, devono poter essere identificabili tramite un codice sulle loro divise?
E ancora... in uno Stato democratico è possibile criticare le forze dell'ordine o queste vanno difese e giustificate a prescindere, sempre e comunque, "perchè non possono essere mai la controparte" come sentivo dire in uno di quegli orribili salotti televisivi?
In uno Stato democratico gli "errori" delle forze dell'ordine si puniscono o si cercano di insabbiare?
Io, da persona normale e pacifica quale sono, quando vedo una divisa, ormai, non provo nessun senso di protezione ma una strana sensazione di disagio e lontananza.
Questa cosa mi preoccupa e mi dispiace perchè mina il mio senso civico che credo ancora di avere abbastanza elevato.

domenica 11 novembre 2007

Diamanti

La sua rubrica BUSSOLE, su Repubblica.it, è da tempo nei miei link.
Ilvo Diamanti attualmente è il mio editorialista preferito.
Questo straordinario pezzo di giornalismo me lo conferma:
Quando gli studenti si prendono le città

martedì 6 novembre 2007

Appunti di viaggio

Era da tanto che non mi concedevo un piccolo viaggio: Genova e Torino, due città che non avevo mai visitato prima.
Premettendo che tutti i giudizi sono relativi in quanto mediati dalla brevità e dalle contingenze del soggiorno, le impressioni istintive contano e sono positive.
Si tratta di due città completamente diverse, ognuna con una forte identità, che hanno in comune la stessa propensione a non avere paura della modernità (e che quindi sanno rigenerarsi) e la stessa osmosi nel vivere con l'ambiente e il clima in cui sono inserite.
Genova ha superato le mie aspettative: molto più pulita, ordinata e signorile di quanto pensassi. Genova è la primavera perenne, è la brezza, è il verde delle colline e l'azzurro del cielo e del mare; è una città sorprendentemente multiforme, con quel suo sviluppo urbanistico particolare, orgogliosa del suo porto e della sua storia di Repubblica Marinara. Difetti? Forse una dimensione troppo "provinciale" nel credere di bastare a se stessa.
Torino, invece, è l'autunno, è la foschia, è il grigio, è sfumatura di marroni e gialli. Torino è larga, maestosa, nobile, ottocentesca, europea, ambiziosa, ma risente ancora troppo di quelle periferie industriali tristi e stanche che la circondano.
Torino è anche il bianconero della Juventus ed è stata per me Juventus-Inter, uno stadio infuocato contro gli odiati nemici nerazzurri, una partita al di sotto dei miei sogni epici ma intensa e dunque emozionante.
Infine, riguardo il viaggio vero e proprio, mi piace ricordare il solito gusto nel prendere il treno: si gonfia l'attesa dell'arrivo e si prolunga la malinconia della partenza. L'infinita corsa sui binari ti concede la possibilità di pensare e di fantasticare o, anche, di osservare la strana umanità in transito o, ancora, di apprezzare la meravigliosa varietà del paesaggio italiano.
Sono tornato soddisfatto delle cose viste e vissute, e, nello stesso tempo, sceso dal treno, mi sono sentito felice di vivere a Roma, in quel mix di calore umano e dimensione metropolitana che solo la città eterna sa darti.

PS1: Grazie Vince, grazie Mara, grazie Marcello...
PS2: Il primo viaggio da "blogger" meritava qualche foto sulla mia pagina Flickr...

mercoledì 31 ottobre 2007

Comunicazioni di servizio...

1) Purtroppo sono costretto a mettere in evidenza cose che ho già avuto modo di scrivere altrove: il mio blog ultimamente è oggetto delle incursioni di un utente ferrandinese che, muovendo da motivazioni pseudo-politiche, trova il modo di attaccare un mio amico e la sua famiglia. Per questo, mio malgrado, sono stato costretto a inserire la moderazione dei commenti.
Voglio ripetere che questo è il mio diario personale, aperto a tutti, in cui non mi scelgo gli interlocutori, ma nello stesso tempo non è una community e non è un forum a cui accedere previa registrazione, come accade in altri siti. La mia dunque non è, e non può essere, un'odiosa censura mirata ma è solo la censura di un comportamento che va contro i miei principi di lealtà, onestà ed educazione.
Io ho fondati motivi per credere che questi episodi che si verificano sono anche una sorta di tranello-provocazione nei miei confronti, retaggio di una vecchia polemica. Se si dovessero verificare ancora sono pronto ad andare fino in fondo alla questione rivolgendomi, se è il caso, anche alla autorità competenti. Così dopo ci divertiamo un pò...

2) Parto. Da tempo ho programmato questo lungo ponte di inizio novembre. Genova, Torino, amici... Di mezzo c'è anche lo spazio per la realizzazione di un sogno: vedere allo stadio Juventus-Inter. Stacco: dalla solita routine, dalle lezioni di scienza delle costruzioni, dai problemi di questa Italia schifosa, dagli infami, dalle solitudini vecchie e nuove... "Fottetevi!"

martedì 30 ottobre 2007

Quando cade questo governo vergognoso?

Io non vorrei caricare troppo il mio blog di post politici. Purtroppo il mio spazio sta perdendo quella dimensione intimista degli inizi. Ma la realtà che ci circonda è quella che è, e quando è troppo è troppo!
E' di poco fa la notiza che la commissione d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova è saltata perchè i partiti di Mastella e Di Pietro (o meglio, più che partiti, le corti impresentabili di due personaggi ridicoli) non hanno rispettato i patti e hanno votato ancora una volta con il centrodestra, naturalmente esultante.
Il programma dell'Unione è stato nuovamente disatteso in uno dei suoi punti più emblematici ed identitari.

Io, a questo punto, dico che è una vergogna per tutti continuare così. Io voglio che il mio partito esca immediatamente dalla maggioranza e metta ufficialmente in crisi questo governo di disperati. Perchè continuare a starci? Quali dovrebbero essere le differenze sostanziali fra un governo di centrodestra e uno di centrosinistra? Perchè io dovrei appoggiare ancora persone che non rispettano quello che dicono?

lunedì 29 ottobre 2007

Il presidente campesino in un'Italia "distratta"

Ho visto, nell'aula magna della mia università, piena di giovani, il compañero Evo Morales, il Presidente indio della Bolivia, il candidato al Nobel della pace.
Ho provato per un attimo l'emozione del passaggio della Storia.
Ho cercato di capire le sue parole in uno spagnolo che mi sembrava semplice e allegro, in un'atmosfera attenta e rispettosa. Mi sono ritrovato senza cuffie, ma quello che ho ascoltato è stato un linguaggio universale che non ha bisogno di traduzioni: ha parlato di risorse naturali da difendere dalle leggi del profitto, di giustizia sociale, di diritti per gli ultimi, di beni pubblici da salvaguardare, di rivoluzioni democratiche che, per essere tali, hanno bisogno della coscienza dei popoli, delle lotte di emancipazione dell'America Latina, ha parlato del suo popolo, della sua terra, degli sforzi del suo governo...
E' grave (come ricordava Gianni Minà presente all'incontro) che nessun canale della televisione pubblica si sia occupato della visita di un capo di Stato così particolare nell'istituzione culturale più grande del nostro Paese.
E' il solito discorso: torni soddisfatto a casa, dopo due ore memorabili, ceni, accendi la tv e ti ritrovi il Porta a Porta dedicato all'Italia che balla, l'approfondimento del Tg2 sulla depressione di Loredana Bertè, il prete innamorato a Matrix, la polemicuccia democratica sulle donne in politica del Tg3. Per fortuna c'è la Storia siamo noi di Minoli, parlano della battaglia di Stalingrado: lì, non sono passati...

domenica 28 ottobre 2007

Beppe Grillo vaffanculo!

Beppe Grillo ha stabilito il giorno e i contenuti del prossimo V-Day: sarà sull’informazione per chiedere di eliminare i finanziamenti pubblici all’editoria e di abolire l’albo dei giornalisti; si terrà il 25 aprile 2008.
Io non voglio entrare nel merito di questi problemi che non conosco fino in fondo ma che certo non si risolvono con un vaffanculo in piazza.
Quello che mi fa incazzare è naturalmente il giorno scelto: il 25 aprile. Per me (uso una parola forte) è una profanazione. Quella è una data storica, simbolica, significativa per la memoria della Repubblica Italiana.
Pensare che un ex-comico con i suoi deliri maniacali di onnipotenza si appropri di questa data e ne modifichi il significato a piacimento suo e dei suoi adepti mi fa rabbrividire.
E' evidente che quel giorno il vero significato della Festa della Liberazione passerà in secondo piano e ciò, in un periodo di pericoloso revisionismo storico, con una scuola che non educa e una politica che dimentica, è un fatto grave.
Sono troppo conservatore? Poco innovatore? Troppo ideologico? Non mi interessa! Quella data è sacra e non si dovrebbe toccare nemmeno per scherzo!

venerdì 26 ottobre 2007

Pietro 2.0

Con le mie recenti iscrizioni ad aNobii e a MySpace ho praticamente concluso il mio ingresso, cauto e graduale, nelle principali piattaforme e servizi del web 2.0 (come si può vedere anche dal widget nella colonna a destra).
Il Pietro 2.0, insomma, c'è, va bene, è in continuo costante aggiornamento...
E' il Pietro 0.0, quello reale, che avrebbe bisogno di qualche approfondita revisione...
O in fondo sono la stessa persona?

mercoledì 24 ottobre 2007

Pessimismo dell'intelligenza

E' difficile essere di sinistra. E' ancora più difficile essere comunista nel 2007.
Con la crisi delle ideologie, in una società senza valori, in un mondo in cui il pensiero unico è largamente dominante, provare a spiegare che esistono uomini che ancora credono e si battono per un'idea antica di giustizia sociale e umana sembra eresia.
Tutti stanno lì a prenderti le misure, a giudicare il tuo stile di vita, a valutare con il bilancino il tuo grado di coerenza, ad accusarti di anacronismo, di fanatismo, tutti nel loro dorato individualismo a spiegarti che non sei moderno, che devi arrenderti, tutti con le formule giuste in mano a farti vedere come si fa, salvo poi scaricare le colpe per una soluzione che non arriva mai, tutti che compatiscono i tuoi sogni. Nei loro discorsi da sedicenti uomini liberi in fondo non conti perchè di mezzo c'è l'ideologia e l'ideologia, oggi, fa paura.
Puoi provare a spiegarti, a farti capire, ad offrire la pazienza dei ragionamenti ma non serve: il pre-giudizio politico prende il sopravvento e sei condannato in eterno ad un'etichetta che ti esclude dal loro mondo di benpensanti, un mondo che in realtà poi va a rotoli.
E' speranza o rimpianto sapere che non è stato sempre così e che le ideologie hanno avuto la forza di cambiare la storia degli uomini?

domenica 21 ottobre 2007

Sinistra Pride

E' stata una grande manifestazione. Colorata, allegra, tranquilla, orgogliosa. C'è un popolo di sinistra che è forte e che conta molto più di quello che il sistema mediatico lascia credere. Ieri ha sfilato gente che guarda il mondo con un'altra prospettiva, che mette il lavoro al centro delle proprie preoccupazioni, che fa del lavoro sicuro e stabile la propria battaglia. E poi ci sono il pacifismo, l'antiproibizionismo, l'antifascismo, l'ambientalismo, i diritti civili...
Questa gente cerca, ora, rappresentanza politica adeguata, è la base di un grande partito di massa di Sinistra che deve essere costruito e con cui gli altri, se vogliono cambiare davvero l'Italia, dovranno fare i conti...

giovedì 18 ottobre 2007

Sabato rosso

Finalmente, dopo i vaffanculo demagogici di Grillo, il referendum impacchettato dei lavoratori sindacalizzati, l'orgoglio post-neofascista di Alleanza Nazionale, la sbornia mediatica rigorosamente analcolica del Partito Democratico, sta arrivando anche il mio turno.
Sabato c'è, a Roma, la manifestazione della Sinistra, quella vera, dura, coerente... quella che chiamano radicale, che fa paura ai loro giochi di potere, che disturba il manovratore, quella che non riusciranno mai a zittire.
Io aderisco all'appello lanciato dai tre giornali della sinistra e vado a manifestare con piena convinzione.
Perchè?
Partecipo a questa manifestazione non da iscritto a Rifondazione, quale sono, ma da semplice cittadino deluso (dopo un anno e mezzo di modesti risultati) da questo governo di centrosinistra.
Manifesto perchè voglio che il governo rispetti il programma che ha presentato agli elettori; perchè voglio vedere superata la legge 30; perchè voglio che vengano estesi i diritti civili senza nessun tipo di esitazione; perchè voglio un Paese senza nuove basi militari; perchè voglio una nuova riforma dell'immigrazione, una nuova politica antiproibizionista, una nuova riforma del sistema dell'informazione, della scuola, dell'università...
Manifesto perchè voglio cose di sinistra che non vedo; voglio vedere il mio Paese rivoltato come un calzino.
Manifesto perchè voglio che la mia parte politica faccia sentire tutto il suo peso, la sua influenza, la sua spinta; voglio che il governo senta il nostro fiato sul collo.
Manifesto perchè tutti sappiano che contiamo più dei ricatti di quattro vecchi marpioni come Dini e Mastella e delle loro clientele.
Manifesto perchè reclamo una nuova rappresentanza politica: una Sinistra forte, unita e plurale che superi gli attuali partiti. Anche il mio.

mercoledì 17 ottobre 2007

Il capitano

Ho amato Roberto Baggio, ho amato Zinedine Zidane...
Alessandro Del Piero però ha una cosa in più che gli altri non hanno mai avuto, nonostante le loro splendide carriere: è un uomo intelligente che ha voluto e saputo assumersi la responsabilità, l'onore e l'onere di essere la bandiera della squadra più amata e più odiata d'Italia.
Sono contento che un personaggio come lui continui ad essere ancora e, per sempre, il simbolo della squadra per cui faccio il tifo fin da bambino.
E' strano fare certi discorsi su un mondo così contestato, gonfiato, distante, polemico, affaristico come quello del calcio professionistico ma credo, come sempre, che bisogna sforzarsi di cercare il buono ovunque.
E quella di Alessandro Del Piero è una bella storia di sport.

lunedì 15 ottobre 2007

Blog Action Day

Dopo essermi tinto di rosso per la Birmania, oggi mi tingo di verde per il Blog Action Day sull'ambiente. Una giornata di mobilitazione in cui tutti i bloggers che aderiscono all'iniziativa devono trattare la problematica ambientale in maniera possibilmente adeguata allo stile del proprio blog.
Ecco quindi che io, cercando di unire in maniera diretta e semplice, come spesso mi è capitato, musica, video, tecnologia, contenuti, ho deciso di mettere in evidenza la canzone di uno dei miei gruppi musicali preferiti, la Bandabardò.
Il brano si chiama Lo sciopero del sole, una riflessione amara sul fatto che spesso "industria e vanità sono più importanti dell'aria che respiriamo".
Di seguito trovate il testo e un video pescato su YouTube.

Un giorno venne il sole e disse:
"E così sia! Se proprio non mi volete allora me ne vado via!
Non vi chiedevo tanto,
nè croci, nè altare
ma nemmeno un mondo in cui non posso respirare!"

E tutti gli risposero:
"No, ti prego, non te ne andare!
Senza di te, sai,
non possiamo più abbronzare
e diventare belli con creme da spalmare
dimenticando tutto
in un estate al mare."

Gli offrirono dei soldi
ma non ci fu niente da fare
il sole fece quattro passi
e smise di brillare!

Ma l'uomo del miracolo, dalla televisione,
entrò in tutte le case, stravolto d'emozione:
"Ci ho già pensato io" disse
"È una grande occasione,
pagate e vi sarà dato
un sole di cartone"

sabato 13 ottobre 2007

Pensieri (k)Attivi 006

Cliccando sull'immagine in alto potrete leggere (in versione JPEG) il 6° numero di Pensieri (k)Attivi.
E' un piccolo giornalino redatto dall'associazione Pensiero Attivo (pensieroattivo@gmail.com) di Ferrandina (ho la tessera n° 17, più per solidarietà che per impegno fattivo... praticamente nullo). Si tratta, comunque, di ragazzi che conosco e a cui voglio dare visibilità.
Dicevo in un precedente post che il mio paese sta cercando di uscire faticosamente dal letargo.
Ecco, questo è uno dei tentativi.

Fascista!

Dopo aver insultato Rita Levi Montalcini, Francesco Storace, già ministro del governo Berlusconi, denigra niente meno che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Mi affido alle parole impeccabili del mio Presidente della Camera, Fausto Bertinotti:

La dichiarazione del senatore Storace è incompatibile con la civiltà politica. La questione che si pone non è di buona educazione, essa investe i fondamenti della convivenza civile della Repubblica. La Costituzione repubblicana, non a caso nata dalla lotta di liberazione contro il fascismo, attribuisce al Capo dello Stato il ruolo di garante e rappresentante della Repubblica. Tutta la Costituzione materiale che ne è seguita in tutti questi anni, ha sempre coerentemente consentito che anche le posizioni del Presidente della Repubblica potessero essere criticate. Mai ne ha permesso l'oltraggio e il vilipendio. Con le sue affermazioni Storace si configura come estraneo allo spirito della Repubblica. Giorgio Napolitano questo spirito ha interpretato e interpreta, guadagnandosi il rispetto di tutti ed essendo da tutti riconosciuto come il Presidente della nostra Repubblica. Interpretando adeguatamente questo suo alto magistero, il Presidente della Repubblica ha difeso una personalità di livello mondiale coma la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Contemporaneamente ha espresso il rispetto che una civiltà deve ai suoi anziani e il rispetto che nella civiltà tutti debbono alle fisiche fragilità. Il Capo dello Stato conosce i canoni della civiltà e il dettato di questa Repubblica di cui è stato uno dei costruttori. Storace no.

venerdì 12 ottobre 2007

Tutto il mondo è paese?

Esiste un paese in collina che, se solo negli ultimi decenni avesse dato più attenzione al restauro e alla tutela dei suoi beni architettonici, oggi avrebbe, forse, uno dei centri storici più belli d'Italia.
Esiste un paese che, nonostante la sua favorevolissima posizione geografica, non riesce ancora a porsi come forte polo di attrazione.
Esiste un paese in cui la coltura più pregiata delle sue terre non viene adeguatamente valorizzata.
Esiste un paese che credeva di aver trovato prosperità e sviluppo e invece si ritrova con malattie, cassa integrazione e disoccupazione.
Esiste un paese in cui la forma dell'apparire è più importante della sostanza dell'essere.
Esiste un paese in cui l'antipolitica c'è da molti anni prima di Beppe Grillo e in cui, nel secolo delle ideologie, destra e sinistra non hanno mai contato realmente... solo una grande zona grigia di clientelismo democratico-cristiano.
Esiste un paese in cui per esorcizzare la noia si ricorre spesso all'alcol, alla droga o al sesso.
Esiste un paese in cui i giovani che rimangono o sono già vecchi o sono ribelli o si sentono incompresi.
Esiste un paese in cui generalmente l'associazionismo, se non viene soffocato prima, non riesce comunque ad avere un respiro extracomunale.
Esiste un paese senza classe dirigente, dove non esistono professionisti di spicco, dove non esistono veri imprenditori che investono e producono ricchezza per i propri concittadini, dove per trovare una candidatura a sindaco si è dovuti ricorrere ad un volenteroso emigrato in pensione.
Esiste un paese che cerca molto faticosamente di uscire dal letargo.
Esiste un paese chiamato "il paese dei venti, dei lamenti e dei tradimenti".
Esiste un paese fatto, al netto delle mie forzature, più o meno, così.

Il mio interrogativo è:
tutto il mondo è paese o c'è davvero un "caso Ferrandina" tutto ancora da risolvere?

martedì 9 ottobre 2007

Fuori dalla rete per la Birmania!

Aspettavo solo il programma definitivo per annunciarvi che alcuni blogger lucani hanno organizzato una manifestazione di solidarietà per la Birmania che si terrà a a Potenza, sabato 13 ottobre.
Io dal mio blog posso solo invitare ad una massiccia partecipazione.
La mobilitazione che era solo virtuale si è concretizzata: un ottimo esempio di come la rete possa servire a dar vita a relazioni sociali reali.
Di seguito la locandina dell'evento e la vignetta di Giulio Laurenzi.
Per maggiori e più aggiornate informazioni vi invito a seguire il blog di SirDrake.

Mille anni che sto qui

Ho finito di leggere, con una voracità per me assolutamente inusuale, il libro vincitore del Premio Campiello 2007, Mille anni che sto qui, della scrittrice lucana Mariolina Venezia.
E' un grande romanzo che nasce da un progetto veramente ambizioso e per questo ancora più da apprezzare: ricostruire e raccontare l'epopea di una famiglia lucana, dall'unità d'Italia al crollo del muro di Berlino, passando per il brigantaggio, le grandi guerre, la lotta per le terre, l'emigrazione, l'industrializzazione, i tempi della contestazione, la lotta armata... Sullo sfondo Grottole, il Sud arretrato e magico, la civiltà contadina, la morale cattolica, le abitudini piccolo borghesi...
Piccole storie nel fluire della grande Storia.
E' un viaggio o, meglio, una fuga alla ricerca di un'identità, di una memoria.
A tratti divertente, spensierata, surreale, volgare, crudele, dura, è anche epopea di sentimenti,
raccontata attraverso la sensibilità femminile.
L'impianto narrativo sembra in bilico tra una moderna fiction televisiva in costume e una rigorosa ricerca antropologica. Sospeso tra le fantasie grottesche de Il favoloso mondo di Amelie e il neorealismo di Cristo si è fermato ad Eboli.
Gli unici difetti che mi sento di rilevare sono un'eccessiva enfasi retorica nel descrivere alcune situazioni e l'indugiare forse troppo su atmosfere da romanzo rosa. In confronto alla complessità e alla potenza visionaria dell'opera, mi sembrano, però, rilievi trascurabili.
Nel libro è scritto:
"Non è facile raccontare questa storia a chi non conosce la valle del Basento, il cielo celeste come i colori a matita dei bambini, i pendii che il grano rende verdi a primavera e gialli d'estate, i fuochi nelle stoppie, i tralicci per l'estrazione del petrolio, i paesi agonizzanti sulle colline, il volo del nibbio."
E' vero, è così... Il romanzo naturalmente si rivolge a tutti ma solo chi viene da quei paesi può sentire fino in fondo quegli odori, può
riconoscere quei colori o ascoltare l'eco di quelle voci... Ricordi che più allontani dalla mente e più ti rimangono dentro, e nei quali Mariolina Venezia ha saputo senz'altro scavare.

lunedì 8 ottobre 2007

A scuola da Zapatero

Con il nuovo anno scolastico in Spagna, per 1 ora nella scuola primaria e 2 nella secondaria, si studia una nuova materia: Educazione alla Cittadinanza e ai Diritti Umani.
Già solo il nome è bellissimo...
Il programma? "Il rispetto e la conoscenza dei diritti umani, le istituzioni democratiche, la tolleranza nei confronti della diversità culturale e l’analisi critica delle informazioni".
La Chiesa e la destra popolare protestano ma la riforma laica di Zapatero è ormai avviata con il solito piglio decisionista, con quel socialismo che definirei quasi ineluttabile...
E noi quando ci arriveremo? Quando capiremo l'importanza della scuola pubblica nella formazione del cittadino? E, soprattutto, la sinistra italiana avrà mai un giorno la forza di liberarsi dagli intralci dei Mastella, delle Binetti, dei Fioroni?

domenica 7 ottobre 2007

Rimpianti

Oggi dovevo partecipare alla Marcia della Pace Perugia-Assisi.
All'ultimo ho deciso di non andarci. Mi ha fermato l'instabilità meteorologica, la minaccia di pioggia...
La pigrizia, come troppo spesso mi accade ultimamente, ha preso il sopravvento. Ho preferito il relax di una domenica d'inizio autunno alla fatica di una manifestazione.
Ora sto qui a mangiarmi le mani, a vedere le immagini di gente felice che manifesta e a testimoniare solo virtualmente la mia solidarietà.

venerdì 5 ottobre 2007

Censure

Sono stato espulso dall'unica community virtuale del mio paese (che non linkero per non farle pubblicità). Hanno bloccato il mio account impedendomi di leggere e scrivere sul forum.
Ho dato del fascista e dell'ipocrita ad uno degli amministratori. L'ho fatto in un topic in cui sono accadute cose molto più gravi.
Non starò qui a spiegare gli eventi nei particolari perchè,
oltre ad essere un esercizio inutile, è impossibile riuscirci.
Questa è più che altro una necessaria comunicazione di servizio per tutti gli utenti di quel sito che non mi leggeranno più lì e che per caso si trovassero a passare da queste parti.
Inoltre il mio vuole essere un invito a boicottare quella community e a prendere coscienza del fatto che Ferrandina non merita che il rilancio culturale e tecnologico finisca in quelle mani e in quelle menti.
Chi vuole capire, capisca...

giovedì 4 ottobre 2007

Free Burma!


Free Burma!
La mobilitazione continua...

Nel giorno di San Francesco, il santo-poverello patrono d'Italia e nella settimana della pace che culminerà domenica nella marcia Perugia-Assisi, è cosa buona e giusta continuare a mostrare solidarietà ai monaci buddisti birmani.
Da agnostici, da laici, da credenti o semplicemente da uomini civili...

martedì 2 ottobre 2007

Blog lucani per la Birmania e non solo

Questa è la vignetta di Giulio Laurenzi che oggi è stata pubblicata sul Quotidiano della Basilicata. E' il suo omaggio alla causa birmana e alla relativa mobilitazione della blogosfera lucana.
Ci sono anche io, c'è Nicola, c'è Astronik, c'è Radiopalomar, c'è SirDrake, c'è Sergio, ci sono tutti quelli con cui, negli ultimi tempi, attraverso questo strumento, sto allacciando rapporti basati sullo scambio di opinioni, di pareri e di saperi.
Sono contento di questa nuova forma di partecipazione che mette in moto le intelligenze e le creatività, sono contento dell'uso consapevole che si può fare di internet, sono contento di far parte di questa rete.

E sotto il video dal TGR Basilicata del 28 settembre condotto da Alfredo Di Giovampaolo sulla mobilitazione della blogosfera lucana per la Birmania:

lunedì 1 ottobre 2007

Basilicata per la legalità

Voglio dare diffusione attraverso il mio blog ad una manifestazione organizzata dall'associazione Libera (Basilicata), sperando che ciò possa contribuire ad una maggiore sensibilizzazione:

LA BASILICATA INSIEME PER LA LEGALITA'
Manifestazione regionale di associazioni, gruppi, movimenti, singoli cittadini alla ricerca delle verità

Giovedi 4 ottobre 2007 - ore 20.00
Aula Quadrifoglio
Università degli Studi della Basilicata
Rione Francioso, Potenza

In collegamento televisivo con la trasmissione ANNO ZERO, di Michele Santoro, su RAI 2.

Tutto può essere ricondotto al "caso De Magistris": io non aggiungo altro al post preciso e puntuale di Astronik.

venerdì 28 settembre 2007

Birmania Libera!

Mi tingo di rosso birmano anche io e mi associo alle tante iniziative on line.
Speriamo che la non violenza dei monaci buddisti contagi il mondo e prevalga sull'odio e sulla repressione militare.
Speriamo che la comunità internazionale reagisca con gli strumenti della diplomazia e della politica.

Help the People of Burma (Birmania) — Post this Meme on Your Blog!

Note: This is a new kind of online protest that uses blogs to spread a petition globally. To participate, just add your blog by following the instructions in this blog post.

This not an issue of partisan politics, this is an issue of basic human rights and democracy. Please help to prevent a human tragedy in Burma by adding your blog and asking others to do the same.

By passing this meme on through the blogosphere hopefully we can generate more awareness and avert a serious tragedy. As concerned world-citizens this something we bloggers can do to help.

How to participate:

1. Copy this entire post to your blog, including this special number: 1081081081234

2. After a few days, you can search Google for the number 1081081081234 to find all blogs that are participating in this protest and petition. Note: Google indexes blogs at different rates, so it could take longer for your blog to show up in the results.

THE SITUATION IN BURMA AND WHY IT MATTERS TO ALL OF US

There is no press freedom in Burma and the government has started turning off the Internet and other means of communication, so it is difficult to get news out. Individuals on the ground have been sending their day-by-day reports to the BBC, and they are heartbreaking. I encourage you to read these accounts to see for yourself what is really going on in Burma. Please include this link in your own blog post.

The situation in Burma is increasingly dangerous. Hundreds of thousands of unarmed peaceful protesters, including monks and nuns, are risking their lives to march for democracy against an unpopular but well-armed military dictatorship that will stop at nothing to continue its repressive rule. While the generals in power and their families are literally dripping in gold and diamonds, the people of Burma are impoverished, deprived of basic human rights, cut off from the rest of the world, and increasingly under threat of violence.

This week the people of Burma have risen up collectively in the largest public demonstrations against the ruling Junta in decades. It’s an amazing show of bravery, decency, and democracy in action. But although these protests are peaceful, the military rulers are starting to crack down with violence. Already there have been at least several reported deaths, and hundreds of critical injuries from soldiers beating unarmed civilians to the point of death.

The actual fatalities and injuries are probably far worse, but the only news we have is coming from individuals who are sneaking reports past the authorities. Unfortunately it looks like a large-scale blood-bath may ensue — and the victims will be mostly women, children, the elderly and unarmed monks and nuns.

Contrary to what the Burmese, Chinese and Russian governments have stated, this is not merely a local internal political issue, it is an issue of global importance and it affects the global community. As concerned citizens, we cannot allow any government anywhere in the world to use its military to attack and kill peacefully demonstrating, unarmed citizens.

In this modern day and age violence against unarmed civilians is unacceptable and if it is allowed to happen, without serious consequences for the perpetrators, it creates a precedent for it to happen again somewhere else. If we want a more peaceful world, it is up to each of us to make a personal stand on these fundamental issues whenever they arise.

Please join me in calling on the Burmese government to negotiate peacefully with its citizens, and on China to intervene to prevent further violence. And please help to raise awareness of the developing situation in Burma so that hopefully we can avert a large-scale human disaster there.

giovedì 27 settembre 2007

Antipolitica

Pur condividendo poco la linea politico-editoriale della Repubblica che, soprattutto in questo periodo, si sta trasformando nel megafono del Partito Democratico di Walter Veltroni, volevo sottolineare l'ottimo editoriale del suo direttore Ezio Mauro sulla questione tanto discussa dell'antipolitica.
Mi sembrano parole molto condivisibili a cui c'è da aggiungere poco, magari solo un ulteriore pessimismo verso il futuro...
Eccole: Antipolitica, per chi suona la campana

martedì 25 settembre 2007

After Afterhours

Ne parla anche mio fratello sul suo blog perchè un evento così, in una casa come la nostra, non poteva passare inosservato.
Gli Afterhours, la miglior band rock italiana (vedi il post sui Marlene per capirlo), hanno tenuto un concerto al "Paradiso" di Amsterdam. Noi l'abbiamo visto sul web dopo un avviso in bacheca sul MySpace di Nicola: la tecnologia ancora una volta contribisce ad arricchire l'esistenza, non a complicarla....
Un'ora e 15 minuti di vero rock con un collegamento audio-video perfetto: da un lato la conferma che il gruppo di Manuel Agnelli, con il suo repertorio italiano ed inglese, non sfigurerebbe affatto nel confronto con altre importanti band europee, se non fosse per quel maledetto provincialismo della cultura italiana; dall'altro la consapevolezza piacevole di fruire,
in maniera inedita, di un live musicale .
Poi immagini quel locale olandese, la sua atmosfera, i suoi giovani europei, moderni, vivi...
Il concerto finisce, il collegamento si spegne.
Accendo la tv: trovo Eros Ramazzotti ospite di Mike Bongiorno e Loretta Goggi a Miss Italia e Guglielmo Epifani su Rai 3 che parla dell'intesa sul welfare.
Un senso di tristezza mi assale: Amsterdam è, già, di nuovo, lontana.

venerdì 21 settembre 2007

Pornografia televisiva

Porta a Porta di Bruno Vespa. Talk-Show di approfondimento del principale canale pubblico italiano, la "rete ammiraglia" la chiamano, forse perchè deve indicare la rotta... Rai 1...
Mi aspetto una trasmissione sull'ennesima figuraccia del governo Prodi o sulla crisi dei mutui o sul ritorno di Bin Laden o magari, che so, sull'inizio della Champions League... e invece...

Tema delle puntata:
Le italiane? Brave a letto.

Ospiti:
Daniela Melchiorre, sottosegretario alla Giustizia della Margherita
Alessandra Mussolini, parlamentare europeo di Alternativa Sociale
Alba Parietti, showgirl
Flavia Vento, showgirl
Vera Montanari, direttore Grazia
Emmanuele Jannini, docente di sessuologia medica
Manuel Casella, fidanzato di Amanda Lear

Grillo... ma un vaffanculo-day al mondo dello spettacolo e della televisione italiana quando lo organizzi che questa volta aderisco?

martedì 18 settembre 2007

La Lucania dei bloggers

Volevo segnalare alcune cose molto interessanti che riguardano il mondo dei blog e la nostra regione.

La prima è la creazione di Lucania.social: nato da un'idea di Giuseppe Granieri, è uno spazio di aggregazione dei bloggers lucani, un modo di condividere informazioni ed esperienze.

La seconda è la nascita di Visioni Urbane: come recita il sottotitolo, "Un progetto della Regione Basilicata e del Ministero dello Sviluppo Economico per la scena creativa lucana", in pratica un tentativo, anche in questo caso, di aggregare gli operatori culturali, le creatività, le intelligenze lucane, sia virtualmente attraverso la rete che con "laboratori creativi" reali.

Speriamo che le nuove tecnologie smuovano le acque torbide di questa palude lucana... crederci non costa nulla...

domenica 16 settembre 2007

Marlene Kuntz - 1

Ho appena finito di ascoltare il nuovo cd dei Marlene Kuntz: Uno.
Impressioni a caldo.
Avete presente i Marlene Kuntz? Quella band piemontese con quel suono così aggressivo, diretto, straziante, con quelle palpitazioni soniche, quel cantato tragico? Bene. Non esiste più.
Avete presente un frullatore? Metteteci dosi abbondanti di CSI / PGR con pizzichi di Timoria, U2, Max Gazzè, Belle and Sebastian, un pò di rock italiano anni '70 e, sotto la sapiente regia del grande Maroccolo, il piatto è pronto.
L'album non è brutto. Ci sono brani molto interessanti che "cercano la bellezza"; però ascoltare quel piano, quegli archi, quei cori, quegli effetti, quelle voci femminili, quelle chitarre acustiche con un modo di cantare completamente diverso è stato un pugno in faccia.
Questa non è un'evoluzione, è sì frutto di una ricerca ma è una rottura, è una svolta. Di cui prendere atto e da rispettare.
Marlene è morta... si sta reincarnando... ed è difficile che torni ad essere la migliore.

venerdì 14 settembre 2007

Gioventù precaria

Da tempo ascolto sempre più spesso tra amici, ragazzi, studenti, neolaureati i soliti discorsi, gli stessi dubbi, le stesse domande atroci che girano e rigirano più o meno tutte sul: cosa fare? dove andare?
Non sono semplici interrogativi di gente in movimento nel fiore dell'età.
Sono rebus dalle soluzioni complicatissime. Sono facce di uno stesso problema: si chiama precarietà.
Precarietà che non attiene più solo alla sfera economica-lavorativa, non è più solo una grave conseguenza della flessibiltà nel mercato del lavoro; ormai sta diventando un parametro esistenziale.
Noi giovani ci sentiamo precari perchè non riusciamo ad immaginare il nostro futuro, non riusciamo a stilare un programma minimo della nostra esistenza che vada oltre un anno di vita; siamo precari perchè non sappiamo dove vivere, non sappiamo se le nostre città sono in grado di garantirci le condizioni minime di vivibilità; siamo precari perchè non sappiamo se potremo tornare nelle nostre terre dalle città in cui studiamo; siamo precari perchè i lavori che ci offrono, quando ce li offrono, sono malpagati e non adeguati alla nostra formazione; perchè la casa è un'utopia per chi non ha già delle forti basi economiche; siamo precari perchè siamo costretti spesso a lasciare il nostro Paese; siamo precari perchè gli affitti costano troppo; perchè una famiglia da costruire sembra un sogno; siamo precari perchè dobbiamo rinviare, accontentarci o fuggire.

Quando i nostri governanti capiranno che la questione giovanile e quella del lavoro sono strettamente connesse?
Quando cancelleranno per sempre la parola flessibilità dal loro vocabolario?
Quando ci garantiranno lavori dignitosi, stabili e sicuri che permettano ai giovani di programmarsi una vita senza patimenti?
Quando l'occupazione diventerà il fulcro unico e inderogabile dell'azione politica dei nostri governi?

Lo ricordavano l'altra sera in un'interessante trasmissione tv... l'articolo 3 della splendida costituzione italiana recita:

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Verrà mai rispettato prima che l'Italia scoppi?

martedì 11 settembre 2007

Pace

Sta per finire questa giornata: il sesto anniversario degli attentati terroristici negli Stati Uniti. Fiumi di retorica, intanto, avranno innaffiato le commemorazioni.
Invece bastano solo poche fredde cifre a dare l'idea di cosa è stato quel giorno e quali conseguenze ha portato:

- 2.750 vittime accertate negli attentati
- circa 3.800 militari americani morti
- circa 80.000 vittime tra i civili iracheni

Solo una parola può rendere giustizia e onore a tutti: pace.
Io, però, non dimentico il dibattito che si sviluppò, non dimentico chi era a favore e chi contro la violenza della guerra.
A loro dico: vergogna e silenzio.

lunedì 10 settembre 2007

Tolleranza

E' un periodo che, a tutti i livelli politici e amministrativi, si respira una brutta aria di repressione e proibizionismo. Abbiamo paura del diverso, di tutto ciò che viene ad inquinare il nostro tranquillo, ipocrita vivere borghese e pensiamo di esorcizzare queste paure con il divieto e la durezza.
Educazione, accoglienza, solidarietà, inclusione sembrano eresie.
Una parola bellissima come tolleranza, associata a quel numero, zero, sta perdendo la sua connotazione positiva.
In quest'epoca riusciamo anche a far sfiorire la nostra lingua.
A me tutto questo non va... su questo io sono intollerante...

sabato 1 settembre 2007

Momenti d'estate

Un bagno all'alba gelido, rigenerante, significativo.
Tre giorni pazzi e tarantolati nell'indimenticabile Salento: l'essenza dell'estate.
Conoscenze che si trasformano in complicità.
Amici che scoprono la tua terra e la tua vita.
L'immancabile alba agreste cantando, bevendo e sfornando focacce.
"Pastorale" di pecora in tipica masseria lucana con lo straniante sottofondo dei CCCP.
Caldo e cibo, cibo e caldo: se un nutrizionista passasse dalle mie parti capirebbe di aver sbagliato tutto nella vita...
E poi la solita Ferrandina accomodante, vanitosa, lenta e chiacchierona.

Il resto, forse, poteva essere e non è stato.
Manca sempre qualcosa e c'è sempre qualcosa da rimpiangere.


Ora sono di nuovo qui. Connesso con il mondo. E vediamo che succede...

lunedì 23 luglio 2007

Summer 2007

Mare, mare, mare voglio annegare,
portami lontano a naufragare.
Via, via, via da queste sponde,
portami lontano sulle onde.

Fra un'ora ho il treno. Iniziano le solite e attese vacanze "lucane". Per me, solo ora, è ufficialmente estate.
A presto...

venerdì 20 luglio 2007

"Per il bene dell'Italia" dicevano...

In particolare puntiamo a:

- ribadire la necessità di attenersi alle linee fondamentali previste dalla riforma "Dini" che - senza altre continue ipotesi di riforma del sistema pensionistico che minano la sicurezza sul futuro dei lavoratori - rappresentano già la principale garanzia di sostenibilità finanziaria del sistema;

- eliminare l’inaccettabile “gradino” e la riduzione del numero delle finestre che innalzano bruscamente e in modo del tutto iniquo l’età pensionabile, come prevede per il 2008 la legge approvata dalla maggioranza di centrodestra;

- affrontare il fenomeno dell'evasione contributiva con opportuni strumenti di controllo e accertamento, compreso un aumento di organico degli ispettori del lavoro del Ministero e degli enti, dai quali verrebbe anche un consistente aiuto per la lotta al sommerso;

- per compensare la tendenza al ribasso dei trattamenti pensionistici, intervenire sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita e approntare misure efficaci che accompagnino verso un graduale e volontario innalzamento dell'età media di pensionamento.


Questo diceva il programma dell'Unione, questo avevano firmato tutti i partiti di centrosinistra con i loro leaders, da Bertinotti a Mastella.
E' singolare, pazzesco, suicida che un governo rischi di cadere solo perchè una sua forza politica tenti in tutti i modi di difendere e far applicare proprio quel programma di governo.
Ma siamo in Italia e io ormai sono abituato a tutto...
Ma quanti lo capiranno? Quanti riusciranno a vedere la verità dietro la cortina di nebbia mediatica che si appresta ad offuscare tutto?