Sono uno dei pochi italiani che non ha letto nè visto Gomorra ma l'impatto mediatico dell'opera è stato così forte che posso riconoscere allo scrittore campano grande coraggio e un forte senso civico nella sua azione di denuncia.
Ciò detto, lui non mi piace: sembra troppo perfetto per essere vero, usa sempre i tempi e i toni giusti nei suoi interventi, recita perfettamente il ruolo dell'eroe buono in un mondo di cattivi, mai sopra le righe, mai un tentennamento, una debolezza, una gaffe, un errore, un risentimento...
C'è insomma qualcosa che a pelle non mi convince: sarà semplicemente perchè, come sempre, mi piace complicarmi la vita.
Invece è facile stare dalla parte di Saviano: anche Schifani, avvocato di mafia, sta dalla parte di Saviano, anche i fascisti sono dalla parte di Saviano, anche i celerini che picchiano i manifestanti sono dalla parte di Saviano, anche Simona Ventura e Maria De Filippi sono dalla parte di Saviano...
Anche io sto dalla parte di Saviano ma con questa compagnia sono molto a disagio.
Poi in generale questi discorsi fini a se stessi sulla legalità, su "quanto siamo belli e fighi ad essere uniti contro la mafia" non mi hanno mai convinto molto: senza giustizia sociale, senza uguaglianza, senza libertà di emancipazione non può esserci legalità.
Naturalmente non vale il contrario... e allora avrei preferito che l'indignazione dell'opinione pubblica (spesso pilotata) oltre che contro la criminalità e il malaffare si rivolgesse soprattutto verso le morti sul lavoro, verso i salari da fame, i capitalisti senza scrupoli, i razzismi vecchi e nuovi.
Forse va bene anche così, forse non bisogna fare una graduatoria delle indignazioni, che da qualche parte bisognerà pure cominciare, ma a me, che sono un caso difficile, non basta...