Rifondiamo?
Da anni sono tesserato al Partito della Rifondazione Comunista.
Dopo la batosta elettorale di aprile è difficile continuare a trovare gli stimoli e le ragioni per continuare a credere nella politica in un Paese che ha scelto di essere manipolato da questi indegni uomini di governo. Infatti non è che questi stimoli li abbia trovati ancora...
Però ci sono gli uomini con le loro storie e la loro forza. Nel mio partito c'è Nichi Vendola, e allora un pò le speranze sembrano rianimarsi.
Dal 24 luglio inizia il congresso nazionale di Rifondazione: la mozione vendoliana (che ho votato anche io) ha ottenuto la maggioranza tra gli iscritti nei congressi di circolo. Non quella assoluta però... e così la linea politica del partito dovrà uscire fuori da un difficile compromesso (al ribasso, ci aggiungerei...).
Io continuo a credere nel progetto di una Sinistra più ampia, alternativa al PD, che vada oltre i vecchi retaggi ideologici.
Ma nel momento in cui lo scrivo e lo rileggo non ci credo già più...
Dopo la batosta elettorale di aprile è difficile continuare a trovare gli stimoli e le ragioni per continuare a credere nella politica in un Paese che ha scelto di essere manipolato da questi indegni uomini di governo. Infatti non è che questi stimoli li abbia trovati ancora...
Però ci sono gli uomini con le loro storie e la loro forza. Nel mio partito c'è Nichi Vendola, e allora un pò le speranze sembrano rianimarsi.
Dal 24 luglio inizia il congresso nazionale di Rifondazione: la mozione vendoliana (che ho votato anche io) ha ottenuto la maggioranza tra gli iscritti nei congressi di circolo. Non quella assoluta però... e così la linea politica del partito dovrà uscire fuori da un difficile compromesso (al ribasso, ci aggiungerei...).
Io continuo a credere nel progetto di una Sinistra più ampia, alternativa al PD, che vada oltre i vecchi retaggi ideologici.
Ma nel momento in cui lo scrivo e lo rileggo non ci credo già più...
4 commenti:
E' un'occasione storica dopo una sconfitta indimenticabile...potremmo porci insieme alle forze con cui condividiamo dei principi finalmente a sinistra...e stà volta saremmo pressocchè soli:
"vogliamo preparare un mondo nel quale il male non sia diabolico, il dolore non sia bestiale e il lavoro non sia fatica" (De Martino)
e poi chiamiamoci Sinistra, Comunisti...ma guardiamo avanti...
nonostante ciò...sono pessimista!
Amelie
Mi pare di intravedere, nelle tue parole, un accenno di "crisi" (in senso etimologico: Crisi, è una parola che deriva dal Greco; aveva significato di "momento di passaggio"). E come tutti i momenti di passaggio, è abbastanza doloroso. Ma è un passo che va fatto (rimanere nel limbo non è piacevole). Scrollarsi di dosso qualche fardello per caricarsene qualche altro è condizione necessaria e sufficiente per non permanere nel limbo. E il tempo che ci vuole ci vuole.
Vuoi sapere cosa mi aspetto dalla sinistra? Che prenda coscienza delle cose elementari della vita. Una volta acquisite queste cose elementari, anche i temi più profondi diventeranno cosa di tutti.
Un partito politico lo si può sciogliere in tanti modi. Per decisione soggettiva dei suoi gruppi dirigenti. Ma anche perché lo si lascia deperire, non lo si alimenta, non lo si ossigena. Io non voglio sciogliere il mio partito. Voglio che viva ma per vivere dev’essere sempre fedele al suo nome e dunque infedele ai richiami della nostalgia e dell’identitarismo: fedele al compito di rifondare. Se stesso, un’idea del mondo, una pratica della trasformazione. E di rifondare una grande sinistra di popolo. Vorrei un partito aperto, curioso, promotore di partecipazione, capace di ascolto, libero da quella boria che ci rende spesso accademici della chiacchiera. Vorrei in questo partito tenere vivo e costante il confronto sui pensieri lunghi, sugli orizzonti strategici, sapendo che il comunismo è un cammino impervio, che dovremmo imparare a seminare senza la fretta di guadagnare il raccolto, che dovremmo porre correttamente e con radicalità le domande a cui cerchiamo risposta: domande di senso, di qualità del vivere e anche del morire, di qualità del produrre e del consumare, domande sui nostri corpi sessuati e sulla grammatica degli amori, domande sui dilemmi della biopolitica e sulle ferite della biosfera, domande sulla violenza sublimata in potere e dal potere esercitata in regime di monopolio, disseminata attraverso i suoi apparati, perfino sacralizzata.
In ciò che vi ho detto vi è la proposta di una ricomposizione della nostra comunità politica. Vi è una ipotesi di governo del partito sulla base di una piattaforma programmatica. Per me, in questa fatica congressuale, non vi è null’altro che non sia tutto intero il senso della mia militanza e della mia vita.
ecco perchè c'è un minimo di speranza....... e poi cos'è meglio di risorgere sulle ceneri......
Beh, non lamentiamoci, dal congresso sono usciti due partiti.... smentite le previsioni di chi voleva Rifondazione scomparire.....
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