mercoledì 5 novembre 2008

Il 4 novembre di Barack Hussein Obama

Altro che festeggiare con Napolitano, Berlusconi e La Russa che depositano la solita tristissima corona all'inutilissimo Altare della Patria per ricordare una sciaguratissima guerra di altri tempi.
Il 4 novembre nel mondo, d'ora in poi, si celebrerà l'elezione di Barack Obama, primo nero alla Presidenza degli Stati Uniti d'America. Un fatto di portata storica che ho atteso con ansia.
Il neopresidente mi affascina da sempre.
Obama parla con il corpo e sembra dire: ok, sono un giovane avvocato nero, faccio politica, ho una bella famiglia, so ballare, so giocare a basket, da giovane mi facevo le canne, però ora voglio e posso fare il Presidente degli Stati Uniti.
Ha quella naturalezza nell'essere l'uomo giusto al posto giusto che solo i grandi della storia hanno.
Il mio è leaderismo? Può essere... ma chi se ne frega! E' un'accusa che ogni tanto si ode a sinistra da parte di qualche provinciale club di sfigati.
Ora mi aspetto un mondo senza guerre preventive, un'attenzione maggiore all'ambiente e alla questione africana, una maggiore tutela dei diritti per tutti i cittadini americani, in nome della libertà, dell'uguaglianza e della fratellanza: le solite tre paroline magiche che, partite dal cuore dell'Europa, girano da secoli nella storia e ogni tanto si offuscano.
Avere un progressista di colore, come presidente americano è un sogno.
Speriamo davvero di non svegliarci con l'amaro in bocca.

1 commento:

Sententia ha detto...

il mio scetticismo in materia anti-americana mi precede....è più forte di me...ma bisogna credere negli uomini non in quello che rappresentano...ne tantomeno nella loro capacità di rendere la vita uno slogan!