martedì 13 febbraio 2007

Battiato e la politica

Lei si è occupato spesso di politica. Oggi ha ancora l'indignazione dei tempi di “Povera patria”?
«La mia è più un'incazzatura politica. Devo essere onesto: io sto bene, potrei fare a meno di tutto, spengo la televisione e vivo nel mio eremo. Mi dispiace, però, che la gente sia ancora presa in giro dai politici».

Lei in che politici crede? Quando ha cantato alla festa Tricolore, l'hanno messa in quota ad Alleanza Nazionale.
«Una sola volta è successo. Per anni mi ero rifiutato di andare, ma a un certo punto ho accettato: mi sono detto che il mio era un pregiudizio, perché in fondo quando sono sul palco canto per chiunque e non so per chi vota chi ho davanti, non so se ha la fedina penale pulita. Però, avevo chiesto di non avere bandiere sul palco e, per contratto, l'avevo ottenuto. A un certo punto vedo che stanno arrivando con le bandiere del partito. Io, per fortuna, avevo finito la mia performance. Non ho fatto né bis né niente, ho salutato e me ne sono andato. E questo li ha fatti arrabbiare».

Volevano che lei fosse un simbolo.
«Un artista canta per chiunque, ma io, da cittadino, ho le mie idee politiche. Quelli che mi hanno collocato a destra non hanno mai ascoltato le mie canzoni».

Poi l'hanno collocata a sinistra, quando lei disse che avrebbe lasciato Catania se Umberto Scapagnini di Forza Italia ne fosse diventato sindaco. Come poi è successo.
«Io, se devo scegliere tra le due posizioni, pendo a sinistra, non ci sono dubbi».

Ecco... poichè è il mio artista preferito sono contento di queste risposte ad un'intervista pubblicata su Vanity Fair.

1 commento:

Entius ha detto...

Non amo particolarmente Battiato ma le risposte sono piaciute anche a me.
Entius

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