martedì 6 novembre 2007

Appunti di viaggio

Era da tanto che non mi concedevo un piccolo viaggio: Genova e Torino, due città che non avevo mai visitato prima.
Premettendo che tutti i giudizi sono relativi in quanto mediati dalla brevità e dalle contingenze del soggiorno, le impressioni istintive contano e sono positive.
Si tratta di due città completamente diverse, ognuna con una forte identità, che hanno in comune la stessa propensione a non avere paura della modernità (e che quindi sanno rigenerarsi) e la stessa osmosi nel vivere con l'ambiente e il clima in cui sono inserite.
Genova ha superato le mie aspettative: molto più pulita, ordinata e signorile di quanto pensassi. Genova è la primavera perenne, è la brezza, è il verde delle colline e l'azzurro del cielo e del mare; è una città sorprendentemente multiforme, con quel suo sviluppo urbanistico particolare, orgogliosa del suo porto e della sua storia di Repubblica Marinara. Difetti? Forse una dimensione troppo "provinciale" nel credere di bastare a se stessa.
Torino, invece, è l'autunno, è la foschia, è il grigio, è sfumatura di marroni e gialli. Torino è larga, maestosa, nobile, ottocentesca, europea, ambiziosa, ma risente ancora troppo di quelle periferie industriali tristi e stanche che la circondano.
Torino è anche il bianconero della Juventus ed è stata per me Juventus-Inter, uno stadio infuocato contro gli odiati nemici nerazzurri, una partita al di sotto dei miei sogni epici ma intensa e dunque emozionante.
Infine, riguardo il viaggio vero e proprio, mi piace ricordare il solito gusto nel prendere il treno: si gonfia l'attesa dell'arrivo e si prolunga la malinconia della partenza. L'infinita corsa sui binari ti concede la possibilità di pensare e di fantasticare o, anche, di osservare la strana umanità in transito o, ancora, di apprezzare la meravigliosa varietà del paesaggio italiano.
Sono tornato soddisfatto delle cose viste e vissute, e, nello stesso tempo, sceso dal treno, mi sono sentito felice di vivere a Roma, in quel mix di calore umano e dimensione metropolitana che solo la città eterna sa darti.

PS1: Grazie Vince, grazie Mara, grazie Marcello...
PS2: Il primo viaggio da "blogger" meritava qualche foto sulla mia pagina Flickr...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente su Genova.
Rispetto a Torino, io l'ho sempre visitata in giornate di sole, quindi ho un'immagine più gioiosa che fosca.
Certo, le tenebre calano improvvisamente sulla città se parliamo della Juve!
:P

Anonimo ha detto...

Torino non è un colpo di fulmine, all'inizio è fredda e distaccata.
Poi, all'improvviso, si impossessa della tua anima e non puoi fare a meno dei suoi paesaggi,delle sue montagne, della sua atmosfera elegante, del fluire sotterraneo....

Anonimo ha detto...

Un saluto velocissimo.Ecco, già fatto!
Gaetano

Anonimo ha detto...

Magie e meraviglie delle giornate d'autunno...la storia inizia da qui!

fra ha detto...

ritornerai, come sempre... ritornerai a Genova

Unknown ha detto...

genova, non c'è niente da fare, e pur essendo tremendamente di parte, è troppo bella!

ecografista ha detto...

Buona giornata! Ti ho incontrato su aNobii.
Ho letto solo le tue impressioni su Genova e Torino; oggi è domenica, uno dei miei rari giorni liberi e sono di fretta.
La meta: Milano in bicicletta.
Genova e Torino sono tutto quello che tu hai scritto, ma sono città molto simili, difficili da penetrare.
Entrambe hanno dovuto difendersi e si sono un po’ chiuse.
Difficile diventare genovese o torinese; molto più facile essere milanese, e infatti lo si diventa entro una generazione.
A Torino ci sono i quartieri dei Siciliani, dei Sardi, dei Lucani, dei Calabresi; in altre città del nord l’integrazione è immediata.
In compenso Genova e Torino sono facili da scoprire, i loro monumenti e la loro storia sono famosi.
Milano è più misteriosa, si svela con grande pudore, Duomo a parte.
Perché ti scrivo queste cose? Forse perché sono attratto dal dualismo nord-sud, dal continuo confronto fra due culture italiane che amo e che non riesco a scegliere.
Buona giornata. Paolo